La recensione di Marco Lombardo del Galaxy SIII, su Il Giornale. Mai lette recensioni altrettanto profonde:
Il design doveva riflettere il vento, acqua e luce, così come l’abbassarsi del sole al tramonto, la rifrazione della luce in una goccia di pioggia, il suono delle increspature dell’acqua nello stagno, il fruscio delle foglie su un ramo. Suoni e movimenti visuali che si ritrovano nelle funzioni dello smartphone. E poi la semplicità, ovverò la caratteristica primaria del mondo.
Anche la scelta di materiali, colore e finitura sono stati guidati dalle ricerche in natura: la scocca esterna, ad esempio, ha un aspetto levigato, liscio al tatto e distensivo per gli occhi. L’ergonomia è stata ottimizzata, cornice e schermo sono fusi per rendere piacevole il telefono alla vista. Che, ovviamente, viene esaltata dallo schermo Amoled Hd, leggermente concavo per scomparire guardando il Galaxy di lato, così come accade per una piscina a sfioro che esalta l’orizzonte.
Viene in mente un vecchio (e giusto) appello lanciato ai giornalisti da Gizmodo: per piacere smettetela di definire sexy i device. In questo caso, si è andati ben oltre.