Tempo fa smisi di pubblicare rumors e mantenere la routine quotidiana tipica degli altri blog che parlano di Apple. Alcuni non presero la cosa molto bene e abbandonarono questo blog accusandolo di essere divenuto “poco aggiornato” e di non stare al passo con le notizie. Alcuni poi mi dissero di esser diventato lento e fiacco nell’aggiornarlo, di aver perso la passione iniziale. E questo solo perché avevo smesso di fare quello che tutti facevano: segnalare l’uscita di nuove, inutili (e spesso anche brutte) applicazioni per iPhone, riportare per la centesima volta un rumors, copiare articoli di blog inglesi. In sostanza, scrivere quello che era già stato scritto.

La realtà è che la scelta di non trattare rumors e di non segnalare nuove applicazioni, se non quelle che mi hanno veramente colpito, non è relativa al tempo che dedico al blog (anzi: credo di dedicargliene più ora) ma – come del resto spiego nella pagina Colophon – è motivata da un’idea più seria che Lucio Bragagnolo espone bene in un post di alcuni giorni fa: che le notizie che vale la pena di leggere quotidianamente siano poche, da zero ad un massimo di tre. Che le altre siano fuffa, news create ad hoc per generare traffico, aggiornamenti senza alcun valore, trascurabili.

Le notizie sono molto sopravvalutate. Anche per il professionista più esigente, le notizie importanti della giornata, di qualsiasi giornata, sono da zero a tre. Quelle che veramente impongono l’urgenza di sapere sono da zero a tre. Ogni anno. Si provi a stare senza la minima news Apple o informatica per una settimana, e vedere che cosa ci si è “perso”.

Il resto viene riempito da sciocchezze, invenzioni, i famosi rumor che hanno perduto da anni ogni ragione d’essere, frantumazioni del capello in sessantaquattro, inutili notizie di aggiornamento – qualsiasi programma moderno ci informa da solo che c’è un aggiornamento in attesa – e marchette.

Qui si apre un problema: cosa leggere per restare informati? La risposta è facile, per quanto concerne la lingua inglese: Daring Fireball, sicuramente. Io poi leggo anche – e questi sono solo alcuni dei blog presenti nel mio reader – This is my Next, The Loop, Marco.orgMacStories e ShawnBlanc. Apprezzo gli articoli che MG Siegler scrive su Techcrunch e la sezione tecnologica di Slate (ugualmente quella di altri quotidiani, come The Guardian). Ma per quanto riguarda la lingua italiana? Lucio dice che nel panorama italiano non c’è niente che valga la pena sottoscrivere.

Non sono d’accordo: è un’esagerazione. La blogofera italiana offre molto poco, pochissimo se paragonata a quella inglese. Ma offre qualcosa che comunque ha un valore e che a volte produce dei buoni contenuti, magari persino originali. Sicuramente questo non lo fa iSpazio e nessuno dei vari cloni esistenti. E nemmeno Macity, la cui qualità diminuisce con costanza con gli anni. Ma Il Mac MinimalistaSaggiamente sono due ottimi blog che leggo con piacere, e sono entrambi scritti in lingua italiana. Riccardo Mori è altrettanto interessante, ma lo leggo meno di frequente.

Se poi è vero che i giornali nazionali come il Corriere e Repubblica non offrono una buona copertura della sezione tecnologica, è anche vero che quotidiani online come Il Post forniscono ottimi articoli, approfonditi ma allo stesso tempo molto chiari anche per coloro che di tecnologia si interessano solo relativamente.

Il panorama italiano è molto meno gradevole di quello inglese, questo è certo e fuori da ogni dubbio. I blog esistenti puntano spesso sulla quantità piuttosto che sulla qualità. La colpa è di chi li scrive, ma anche di chi li legge: le non notizie (rumors, applicazioni, aggiornamenti, copia e incolla) sono molto apprezzate e raccolgono larghe schiere di lettori. Esiste una nutrita schiera di blog che fa cattiva informazione ed una altrettanto popolata schiera di lettori che è interessata a questa cattiva informazione: conosco persone che leggono iSpazio allegramente tutti i giorni, e non solo: lo considerano un buon blog.

I blog buoni sono pochi, quelli cattivi centinaia: ma questo vale per la rete in generale, mica solo per la blogosfera italiana. Internet è piena di cose, spesso brutte, spesso inutili, spesso prive di qualità. E ogni cento di queste però ce ne è una che però ti fa dire wow, e ringraziare che esista. Dunque non evitate per partito i siti italiani, non scappate – come Lucio suggerisce – appena ne incontrate uno: dategli una, pure se fugace, occhiata. Chissà che non finisca con lo stupirvi.