Stiamo abusando di Slack?
Jason Fried, su Signal vs. Noise[1. Blog storico e bello, curato dagli sviluppatori di Basecamp, che purtroppo ha totalmente migrato su Medium alcuni mesi fa]:
An ASAP culture. Now! At its very core, group chat and real-time communication is all about now. That’s why in some select circumstances it really shines. But chat conditions us to believe everything’s worth discussing quickly right now, except that hardly anything is. Turns out, very few things require ASAP attention. Further, ASAP is inflationary — it devalues any request that doesn’t say ASAP. Before you know it, the only way to get anything done is by throwing it in front of people and asking for their immediate feedback. It’s like you’re constantly tapping everyone’s shoulder — or pulling on everyone’s shirt — to get them to stop what they’re doing and turn around to address what’s on your mind. It’s not a sustainable practice.
Mentre continuo ad apprezzare lo Slack del blog, quello della startup per cui lavoro a volta mi sembra un’incessante distrazione e pressione all’essere sempre disponibili. A volte vorrei chiuderlo ma, come Jason sottolinea, l’essere online — il pallino verde a fianco del nome utente — è finito con l’equivalere con l’essere al lavoro.
Slack è certamente utile a rafforzare un legame fra colleghi e per restare aggiornati su quello che sta succedendo ma tutto ciò finisce rapidamente in un abuso di integrazioni (non ho bisogno di ricevere una notifica ogni volta che qualcuno edita un documento!), domande e richieste, che lo rendono spiacevole e mi hanno fatto più volte riflettere sull’utilità. Certe discussioni sarebbe meglio averle via mail — ma Slack prevale oramai (nel mio caso) in ogni ambito per via della facilità di interazione. Invece di prendersi una decina di minuti per comporre una mail e mettere in ordine le proprie idee su un particolare problema, il problema viene presentato riga per riga, in dieci messaggi separati, con intromissioni varie.
(La stessa facilità però spinge anche a prendere decisioni affrettate e dettate da chi è più veloce nel reagire e nel partecipare a una discussione, da chi è sempre connesso — piuttosto che da chi preferisce prendersi dei momenti per riflettere.)