Dicevo, poche ore fa, di storie meravigliose che alcuni dipendenti Apple stanno raccontando su Steve Jobs: se vi siete persi quella di David Cairns ve ne siete persa una bella, ed è un vero peccato. Quindi leggetela.

For part of my time there, I had an office that received no visible sunlight and had no view of the outside. It wasn’t all bad, I was enjoying my work enough, but I’d go out of my way to try to enjoy the sunshine whenever I had it.

One day, I was working late and left my office to get dinner at the cafeteria. When I stepped outside, I realized it had been the first time I had seen the sun all day, as it had been foggy that morning, and I had skipped lunch. I looked up at the sun and smiled, enjoying the feeling of it warming my face and arms, and I continued walking across the quad like this, face up at the sky, eyes closed, smiling.

I like to think that I’m not a chronically weird person, but I do have my moments.

Anyway, I knew the distance pretty well, so when I sensed that I was reaching the other side of the quad, I opened my eyes and looked down and Steve was holding the door for me, grinning to himself. I have no idea how long he had been holding it, though it was probably only a couple seconds, long enough to cause him to smile at my basking in the open air.

Those couple seconds probably cost Apple $1.4bn.

 

Quando l’altro ieri Steve Jobs ha consegnato le proprie dimissioni molti impiegati di Apple hanno deciso di raccontare aneddoti relativi alla loro esperienza lavorativa con Steve. Uno dei migliori racconti pubblicati è quello di Vic Gundotra, che riesce a mettere in luce la quasi maniacale ossessione per i dettagli dell’ex CEO di Apple.

Vic venne chiamato una domenica mattina da Steve, il quale aveva bisogno del suo aiuto per risolvere un problema. Racconta poi Vic:

“Quindi Vic, abbiamo un problema urgente, uno che ho bisogno venga risolto. Ho già assegnato qualcuno del mio team che ti aiuti, e spero che tu possa sistemare tutto entro domani” mi disse Steve.

“Ho guardato a lungo il logo di Google sull’iPhone e non sono soddisfatto dell’icona. La seconda O in Google non ha il giusto gradiente di giallo. E’ semplicemente sbagliato e Greg lo sistemerà entro domani. A te sta bene?”

Certo che a me stava bene. Dopo pochi minuti, quella Domenica, ricevetti una mail da Steve con il titolo “Icon Ambulance”. L’email mi spiegava di lavorare con Greg Christie per sistemare l’icona.

La storia è molto bella perché riesce a mostrare, con un episodio casuale e semplice, come Jobs sia una persona attenta ai dettagli, piena di passione ed interesse nei minimi particolari per quello che fa. “E’ stata una lezione che non dimenticherò mai. I CEO devono interessarsi ai dettagli. Persino alle sfumature di giallo. Anche in una Domenica”, conclude Vic.