Davide Piacenza ha raccontato la blogosfera italiana, come era anni fa, fra il 2002 e il 2008:
In testa alla carovana degli avventurieri c’erano anche il già citato Mantellini, Andrea Beggi, Enrico Sola (allora soprattutto Suzukimaruti), Luca Sofri, Antonio Sofi, Leonardo Tondelli, Luca Conti, Mafe de Baggis, Gianluca Neri e autori che scrivevano sotto pseudonimi come Squonk,Livefast, Personalità Confusa. Tutte queste voci, che magari a qualcuno non diranno nulla, per buona parte degli anni Duemila hanno filtrato, amplificato e veicolato il dibattito su Internet e l’innovazione. Non è un’esagerazione o un’iperbole: c’erano i blog. Si parlava dei blog. E lo si faceva sui blog. […]
Ci fu l’ondata primigenia di incontri ed eventi ad hoc, tutti con nomi che testimoniano l’ossessione per il nuovo strumento: le BlogFest di Gianluca Neri/Macchianera e, soprattutto, i Barcamp. In tutti questi luoghi prevalevano oggetti, simboli e codici poi rimasti legati a quel mondo: le moo card, biglietti da visita su misura diventati uno status symbol; il caffè espresso tra un panel e l’altro, con annessa occasione per socializzare; l’inevitabile scambio di link alla fine dell’incontro, per sigillare sul blogroll il neonato rapporto. Il mondo dei blog in Italia, essenzialmente, per un certo periodo rimase assimilabile, per conformazione e dinamiche interne, a un gruppo di amici allargato.
Mi ricordo con nostalgia i vari BarCamp a cui ho partecipato. Nel 2006 il sottoscritto aveva sui 15 anni; aveva appena aperto questo blog su WordPress.com (si chiamava Mac Blog) e si ritrovava a saltare un giorno di scuola per finire a Torino, Bologna o altrove per incontrare gente che conosceva inizialmente solo tramite Internet. Ho partecipato a BarCamp, BlogFest e MacDay. C’erano poi le Pandecene e altri eventi minori. Ho incontrato la maggior parte delle persone che oggi conosco e seguo su internet in quegli anni.
Mi ricordo quegli incontri — più o meno chiunque era più grande di me — con la “blogosfera” italiana, mi hanno permesso di conoscere e farmi conoscere da persone che ammiravo (per quanto io fossi poco sociale, e molto silenzioso). Un po’ mi mancano, ma lo spirito e la rete che forma la “blogosfera” odierna non è più quello di un BarCamp — non è più una piccola rete di amici.