Siri ha bisogno di internet per funzionare: ogni domanda che gli ponete viene prima inviata ai data center Apple, dove viene analizzata, e in seguito, sempre tramite internet, il vostro iPhone riceve la risposta ad essa relativa. Questo in qualsiasi caso, e in qualsiasi situazione. Anche se la vostra richiesta a Siri non necessità dell’uso della rete, anche se è semplicemente ‘impostami una sveglia alle 3 del pomeriggio’, anche se state dettando al telefono la stesura di un SMS. In tutti questi casi, vi serve internet.
La cosa può essere piuttosto frustrante, se la connessione è lenta o non disponibile. Ma soprattutto – e questo è il quesito che molti si sono posti – quanti dati consuma Siri? La risposta, la faccio breve, è piuttosto pochi. Secondo Arstechnica, utilizzarlo 10-15 volte equivale ad un consumo di circa 945KB:
Se possiedi un iPhone 4S e ricorri a Siri 11 volte al giorno per un mese sempre attraverso la connessione 3G del tuo operatore, puoi aspettarti di consumare circa 20MB in 30 giorni.
Dopo aver mostrato l’iPhone 4, averlo descritto accuratamente in tutte le sue caratteristiche, Steve ha fatto partire l’oramai consueto video in cui Johnatan Ive, ed altri simpatici membri al vertice di Apple, pontificano su cosa quel prodotto può fare, su quanto sia rivoluzionario e come la sua introduzione rivoluzionerà le nostre vite. Mi era piaciuto il video in cui Ive pontificava sull’iPad, mi è piaciuto un po’ meno quello di ieri. Forse perché parte della rivoluzione che l’iPhone 4 dovrebbe portare con sé riguarda FaceTime, ovvero quella nuova funzione che permetterà di effettuare videochiamate da iPhone ad iPhone. Forse perché nel filmato dicevano entusiasticamente che FaceTime avrebbe rivoluzionato tutto, di nuovo. No, non succederà, non per me.
Perché le videochiamate non avranno mai successo? L’aveva spiegato David Foster Wallace in un passo di Infinite Jest, riportato in versione originale da kottke.org oggi in occasione dell’uscita dell’iPhone 4, poi diffuso poche ore dopo in italiano da Il Post. Secondo me, ha totalmenteragione.
La buona vecchia conversazione telefonica tradizionale solo audio consentiva di presumere che la persona dall’altro lato stesse prestando un’attenzione completa alla telefonata, e al tempo stesso faceva sì che tu potessi distrarti quando ti pareva. […] Una conversazione tradizionale solo vocale permetteva di immergersi in una specie di fuga semiattenta, ipnotica quanto il viaggiare in autostrada; mentre si parlava si poteva guardarsi intorno, scarabocchiare, darsi una sistematina, levarsi i pezzettini di pelle morta dal bordo delle unghie, comporre haiku sulla rubrica telefonica, mescolare qualcosa sui fornelli; si poteva perfino condurre una conversazione parallela interamente separata con un’altra persona nella stanza usando il linguaggio gestuale ed espressioni facciali esagerate, e tutto questo dando sempre l’impressione di essere attentissimo a ciò che diceva la voce dall’altra parte del telefono. Eppure anche mentre si divideva l’attenzione fra la telefonata e ogni altro genere di piccola cosa, in qualche modo non veniva mai in mente che l’attenzione della persone con cui si era al telefono potesse essere scarsa come la nostra.