Erick Tseng ha raccontato i suoi otto giorni in Nord Korea in un post su Medium. Fra i (molti) dettagli allucinanti del post, a un certo punto descrive il loro App Store: non uno store che risiede sullo smartphone, ma un negozio fisico in cui i cittadini si recano per caricare un’app sul loro telefono.
Me: Oh, I’m sorry. Am I not allowed to see it?
Minder: No, it’s not that. It’s just not here.
Me: Not here? I don’t understand. Where is it?
Minder: Well, it’s a store. We would have to go there.
Me: Wait, your App Store is a physical store?? <pause, as I digest this incredible information> Can we visit one?
Minder: No, it’s not on our itinerary.
I couldn’t believe my ears. Their App Store was an actual place! You physically go to this place, ask a man behind the counter for the Mosquito Repellent app, pay him, and he plugs a cable into your phone and installs it for you! Mind officially blown.
È gratuita, e si scarica da GitHub. Potete realizzare grafici con la frequenza dei messaggi scambiati con una persona, paragonandoli per esempio all’interità dei messaggi scambiati in un giorno o semplicemente visualizzando com’è variata quantitativamente l’intensità di una conversazione/relazione nel tempo.
Non so a che possa in realtà servire, se non agli ossessionati fra noi del quantified self (alzo la mano).
Mondo è una nuova banca nata su mobile: ha un’app bellissima che fa quelle cose che vorrei avesse fatto la mia banca principale — aiuta a tenere traccia delle spese, classificandole in categorie e elencandole con nomi comprensibili. Rende facile inviare e ricevere denaro, e ha delle API. La mia speranza è che un giorno Apple introduca un “PayKit” che permetta a applicazioni di terze parti di accedere alle transazioni via Apple Pay — rendendo così immediato tracciare le proprie spese, e un po’ inutile una cosa come Mondo.
Per il momento, comunque, intriga e sembra promettente. Bisogna mettersi in coda per provarla [1. E se vi iscrivete dal link, la mia si accorcia ;)] e dovete risiedere nel Regno Unito.
Spesso, nonostante nella prima schermata del mio iPhone figurino Clear, Due e Trello (per blog e lavoro), va a finire che mi appunto le cose da fare dentro una semplice nota testuale. Trovo facile, nel pianificare la giornata, riassumere tutto quello che devo fare e che devo ricordarmi in un’unica nota testuale, piuttosto che andarlo a cercare dentro un’app — dove sarebbe meglio organizzato. Ha il vantaggio di non forzare nessun modello d’organizzazione, e di essere solamente .txt.
HogBaySoftware sta lavorando a TaskPaper 3 per Mac, una nuova versione di TaskPaper, un’app che supporta una specie di markdown per le cose da fare. Così che potete mischiare todo e testo.
Manca una controparte per iOS ma su Mac potrebbe rivelarsi, per me, la soluzione ottimale.
Twitter per Mac ha inaspettatamente ricevuto un aggiornamento corposo, che aggiunge al client per Mac molte delle funzionalità della versione web (come riproduzione video inline, supporto a GIF, messaggi diretti di gruppo). Purtroppo, però, l’applicazione non è migliorata e dopo una giornata d’uso mi pento di averla aggiornata.
La spaziatura fra i tweet è aumentata, tutto si è un po’ allargato, e la barra destra blu appare, ai miei occhi, molto poco piacevole (c’è un tema “dark” che un po’ la migliora). Ma a parte l’estetica, si comporta anche in maniera strana — è abbastanza ricca di bug al momento, alcuni decisamente fastidiosi, come frequenti notifiche doppie. La sezione delle ricerche (ne ho un paio salvate che uso giornalmente) è diventata inutilizzabile, mostrando ora solamente i trending topic (sempre futili).
Twitter per Mac non è neppure stata sviluppata da Twitter, il che dimostra quanto Twitter ci tenga al proprio client per Mac. Se non altro, mi hanno convinto a fare un acquisto che rimandavo da tempo: Tweetbot per Mac.
A pochi minuti dall’installazione di Forevery, già mi sento di raccomandarla. Forevery è Google Photos per la libreria fotografica dell’iPhone: un’applicazione che aiuta a cercare e trovare le fotografie scattate, tramite l’API di Clarifi per il riconoscimento visivo.
L’applicazione divide le fotografie in varie macrocategorie — persone, luoghi, posti — ciascuna con all’interno album più specifici. Col tempo, potete insegnare all’algoritmo a riconoscere persone specifiche, paesaggi o oggetti. Permette anche di ritrovare le proprie foto cercandole a parole, tramite tag associati automaticamente — ad esempio, sunset dovrebbe restituirvi tutte le originalissime foto di tramonti che avete scattato.
(Non ho idea di come si comporti dal punto di vista della privacy, suppongo però solo i metadata associati a un’immagine vengano caricati siccome il processo iniziale di setup si è rivelato piuttosto veloce)
Appena lanciato:
Focus users can control what to block, including three types of trackers: ads, social, and analytics. Users can also block “other content trackers,” which essentially turns on full blocking. This option is very strict, to the point that Mozilla warns this can result in some webpages not loading correctly.
Si basa sulle regole di Disconnect.me (l’applicazione per Mac — sempre volta a proteggere la privacy dell’utente in rete — è piuttosto efficiente, la sto provando da oggi).
Copied è un Clipboard Manager per iOS e OS X. Ha delle feature interessanti, come la possibilità di organizzare i frammenti copiati in liste[1. Mettiamo stiate ricercando informazioni su un determinato argomento: potete creare una nuova lista e in automatico, qualsiasi cosa copiate, verrà salvata al suo interno], ma ciò che me l’ha fatto scaricare e subito apprezzare è la velocità con cui le due app, quella per iPhone e quella per Mac, si sincronizzano fra loro.
Significa che è velocissimo copiare qualcosa su Mac e ritrovarselo sull’iPhone, pronto a venire incollato — o viceversa.
La Apple TV è uno di quegli oggetti che questo blog ha ignorato fino ad oggi, non possedendola di persona e né trovandola personalmente molto interessante. Quando voglio vedere qualcosa sulla TV uso il Chromecast di Google, permettendomi questo di mandare qualsiasi tab di Chrome io voglia al televisore senza costringermi a passare da uno store specifico.
La Apple TV nuova, però, che Apple ha iniziato a vendere un paio di giorni fa, permette applicazioni di terze parti e in parte potrebbe risolvere questo problema.
Le prime due che hanno attirato la mia attenzione sono anche solamente due screensaver — belle da vedere, ma non essenziali diciamo. Una è Kloc — un orologio minimale — l’altra è Aerial — riprese aeree.
Marco Arment ha rilasciato Peace, un content blocker per iOS 9. Peace utilizza il database di regole di Ghostery (che uso su Mac, e raccomando) per decidere cosa bloccare e cosa ignorare, che a dire di Marco si è rivelato quello più affidabile e che dava meno problemi di compatibilità.
Uso Peace da poche ore e già mi pare che Safari sia più veloce e i siti che visito meno fastidiosi. A 2,99 euro vale l’investimento.
Se avete già un Apple Watch, non vi serve. Ma se non l’avete, Stand for Mac vi notifica una volta ogni ora (o a un intervallo predefinito), per ricordarvi di alzarvi dalla scrivania per alcuni minuti:
One of our favorite features about Apple Watch is the reminder to stand up every hour, and get us up from our desks and moving around a little.
Stand’s a little app we built to send you a notification every hour to do just that, right on your Mac.
Non è ancora successo che l’Apple Watch mi si sia scaricato durante il giorno, mentre quotidianamente devo ricaricare l’iPhone a metà giornata. Per quelli ansiosi come me, che continuano a controllare lo stato della batteria (e sotto il 60% iniziano a avvertire un lieve disagio), consiglio (o forse dovrei sconsigliare) Power: un’app che invia notifiche sullo stato della batteria, all’Apple Watch.
Invia notifiche quando si raggiungono percentuali preoccupanti, o quando la ricarica è completata e l’iPhone può essere rimosso.
Ricordate le immagini un po’ inquietanti e psichedeliche che Google ottenne dando in pasto alle macchine delle foto, e lasciando che le analizzassero da sole?
Realmac Software ha realizzato un’app (per Mac) che permette di analizzare, sfruttando le reti neurali di Google, le proprie foto, per poi vedersele trasformare davanti agli occhi in qualcosa di bizzarro e preoccupante. L’app, in beta, è Deep Dreamer:
Give Deep Dreamer a photo and watch as horizons get filled with towers and pagodas. Rocks and trees turn into buildings. Birds, dogs, and insects (aka puppyslugs) start to appear from out of nowhere.
Fantastico aggiornamento a Coda per iOS, app che oramai è quasi alla pari con Coda per OS X. Coda è un’app di Panic, che include tutto il necessario per scrivere HTML, JS, CSS[1. Supporta anche LESS!] da iPhone e iPad, un terminale, un playground in cui testare il proprio JavaScript e supporto a protocolli (S)FTP e S3 (Amazon) per editare le proprie pagine web in remoto.
L’aggiornamento è tra l’altro gratuito, per chi acquistò Diet Coda, $9,99 per tutti gli altri.