Gianluca Neri ha provato l’Apple Watch per Wired. La sua recensione è molto divertente, da vero adorabile “fanboy”:

Buongiorno a tutti, mi chiamo Gianluca e sono un early adopter.

(coro: “Ciao Gianluca”)

Significa che, quando Apple decide di lanciare un nuovo prodotto nel mondo ignorando l’Italia (leggi: ogni-singola-volta), vengo preso dalla frenesia di possedere quel particolare prodotto nel più breve tempo possibile. È – tipo – una malattia. Ma posso uscirne quando voglio. Che potrà mai succedere se anche questa volta metto in piedi un’assurda strategia basata su fantasiosi e quanto mai complicati stratagemmi per procurarmi dall’altra parte del globo un gadget che prima o poi (spesso, purtroppo, poi) sarà disponibile a qualche chilometro da casa? Un’ultima volta, giuro, e poi basta. Come vi dicevo, mi chiamo Gianluca e sono un fiero possessore di Apple Watch.

La lista di iMore contiene molti trucchi e suggerimenti utili:

  • Si può evitare che una notifica in arrivo emetta un suono coprendo l’Apple Watch per pochi secondi con la mano.
  • Uno screenshot si fa premendo il bottone laterale e la Digital Crown contemporaneamente.
  • Tenedoli invece premuti per più di dieci secondi si forza l’orologio a riavviarsi.
  • Si possono eliminare tutte le notifiche con un Force Touch.

(BuzzFeed ha una lista simile, in GIF)

iFixit, puntuale come sempre, l’ha smontato. Non perdetevi anche la galleria fotografica (a me le loro foto affascinano sempre) per vedere la TapTic Engine, Digital Touch e quanto tutto sia minuscolo.

(Pare che il sensore che misura il battito cardiaco dovrebbe essere anche in grado di rilevare l’ossigeno nel sangue — ma Apple di questa cosa non ne ha mai fatto menzione. Forse arriverà con un update.)

‘7 Minutes Workout’ per Apple Watch

Uso la controparte per iPhone da un anno (con molte interruzioni, nonostante siano solamente 7 minuti). Applicazioni come questa hanno più senso su uno smartwatch che su un iPhone: se l’avessi, la scaricherei subito.

Fantastico (ultimamente filosofeggia attorno alle proprie creazioni più di un tempo).

Jony Ive, da un’interessante intervista di Vogue a Jony Ive (appunto) e Mark Newson:

“At Apple we don’t look at the world through predetermined market opportunities. What we’ve done fairly consistently is try to invest tremendous care in the development of our products,” Ive explained. “It’s not so much about things being touched personally – there are many ways to craft something. It’s easy to assume that just because you make something in small volumes, not using many tools, that there is integrity and care – that is a false assumption.”

Mi piace questa idea che una cosa prodotta in massa — con una catena di montaggio, da macchine — possa essere ricercata tanto quanto un prodotto “fatto a mano” da un individuo. Ive e Newson considerano le macchine come gli utensili dell’artigiano:

“Machines for us are like tools for the craftsman,” Newson agreed. “We all use something – you can’t drill holes with your fingers. Whether it’s a knife, a needle or a machine, we all need the help of a device.”

Lo schermo dei modelli dell’Apple Watch appartenenti alla linea Sport saranno in (quello che Apple chiama) vetro Ion-X. A differenza dello zaffiro, utilizzato per tutti gli altri modelli, Ion-X è meno resistente ai graffi, seppur allo stesso tempo sia meno prone a rompersi in una caduta.

In questo video, utilizzando due campioni del vetro utilizzato da Apple, ne mettono alla prova la resistenza.

Da una pagina di supporto di Apple.com:

Throughout the day, Apple Watch measures your heart rate every 10 minutes and stores it in the Health app. All this information, as well as other data it collects, helps Apple Watch estimate how many calories you’ve burned. And by checking your heart rate during workouts, you can see how both your intensity level and your heart rate change over time.

The heart rate sensor in Apple Watch uses what is known as photoplethysmography. This technology, while difficult to pronounce, is based on a very simple fact: Blood is red because it reflects red light and absorbs green light. Apple Watch uses green LED lights paired with light‑sensitive photodiodes to detect the amount of blood flowing through your wrist at any given moment. When your heart beats, the blood flow in your wrist — and the green light absorption — is greater. Between beats, it’s less. By flashing its LED lights hundreds of times per second, Apple Watch can calculate the number of times the heart beats each minute — your heart rate.

Jason Kottke, nel 2005:

Pings would be perfect for situations when texting or a phone call is too time consuming, distracting, or takes you out of the flow of your present experience. If you call your husband on the way home from work every night and say the same thing each time, perhaps a ping would be better…you wouldn’t have to call and your husband wouldn’t have to stop what he was doing to answer the phone. You could even call it the “sweetheart ping” or “sweethearting”…in the absence of a prearranged “ping me when you’re leaving”, you could ping someone to let them know you’re thinking about them.

L’Apple Watch, e la Haptic Engine, promettono bene sotto questo punto di vista. Come si scriveva settimane fa, l’Apple Watch potrebbe trasformare le notifiche, da portatrici di messaggio a messaggio stesso, sfruttate come una sorta di codice morse privato.

Nilay Patel:

Let’s just get this out of the way: the Apple Watch, as I reviewed it for the past week and a half, is kind of slow. There’s no getting around it, no way to talk about all of its interface ideas and obvious potential and hints of genius without noting that sometimes it stutters loading notifications. Sometimes pulling location information and data from your iPhone over Bluetooth and WiFi takes a long time. Sometimes apps take forever to load, and sometimes third-party apps never really load at all. Sometimes it’s just unresponsive for a few seconds while it thinks and then it comes back.

If the Watch is slow, I’m going to pull out my phone. But if I keep pulling out my phone, I’ll never use the Watch. So I have resolved to wait it out.

Questo è un problema, e pure grosso secondo me. Una delle ragioni per cui uso poco il Pebble è che impiega molto tempo a prendere i dati dall’iPhone — soprattutto quando è richiesta la geolocalizzazione. Se devo aspettare anche solo 10 secondi per vedere quali bus stanno per arrivare, faccio prima a tirare l’iPhone fuori dalla tasca. Sono impaziente, perché il punto di uno smartwatch è essere più veloce di uno smartphone: se fallisce in quello, fallisce e basta.

Stando a The Verge l’Apple Watch si trova in una situazione simile. I Glances non sono immediati (non si aggiornano in background) e il tempo d’attesa prima che le applicazioni si avviino/prendano i dati dall’iPhone è notevole. Si spera questi problemi di performance vengano risolti quando arriveranno applicazioni vere e proprie (più tardi, quest’anno) e con aggiornamenti software, ma al momento la situazione è questa.

In conclusione, perché la condivido, la regola per il successo di un wearable device secondo The Verge:

In order to be successful, any given piece of wearable technology has to be useful the entire time it’s on your body. Prescription glasses sit on your face, but improve your vision all the time, so they’re successful. Sunglasses sit on your face and make you look cooler all the time, so they’re successful. Google Glass sits on your face, but mostly does nothing, so it’s a failure. It’s a simple formula.

Apple ha aggiunto una pagina al suo sito in cui illustra nei dettagli le applicazioni dell’Apple Watch — e l’Apple Watch stesso. Al momento sono disponibili 3 video/tour (di Messages, Faces e Digital Touch), nei prossimi giorni probabilmente inseriranno i restanti.

Okay, sono un po’ noioso e (eccessivamente?) entusiasta di Citymapper (il link porta a una mia “lode”), ma è davvero un’applicazione fantastica, che dovreste già avere su iPhone. La versione per Apple Watch — di cui sono stati pubblicati degli screenshot su Medium, e della quale già parlammo — promette altrettanto bene.

Citymapper per Apple Watch non sembra rimandare di continuo alla controparte su iPhone (una sensazione che ho spesso, su Pebble), al contrario è un esempio di applicazione che risulta quasi più naturale su smartwatch che smartphone:

We’ve learned on mobile that users turn the app on and off multiple times during use.

This is the nature of transit information when you move across the city. You need snippets of information. Different things at different times, depending on where you are along the way.

A wearable is perfect for the step-by-step nature of transit info.

Sul display OLED dell’Apple Watch

Il display dell’Apple Watch sarà OLED, contrariamente a tutti i display Retina prodotti da Apple fino ad oggi, basati su tecnologia LCD. OLED, spiegato da Wikipedia:

Tecnologia che permette di realizzare display a colori con la capacità di emettere luce propria: a differenza dei display a cristalli liquidi, i display OLED non richiedono componenti aggiuntivi per essere illuminati (i display a cristalli liquidi vengono illuminati da una fonte di luce esterna), ma producono luce propria; questo permette di realizzare display molto più sottili e addirittura pieghevoli e arrotolabili, e che richiedono minori quantità di energia per funzionare

Un display OLED non è retroilluminato, ma ha uno strato di materiale organico che emette luce quando viene sottoposto a corrente elettrica. Questo fa sì che un display OLED sia più sottile rispetto a un display LCD (che richiede retroilluminazione). Di negativo, c’è che il materiale organico si consuma, limitando la vita di un display OLED.

Ma soprattutto — per Apple, e per noi — un display OLED risparmia batteria: non richiedendo retroilluminazione, solo i pixel necessari si illuminano e emettono luce. È insomma possibile accendere parti dello schermo, e lasciarne altre spente. Per questa ragione, il nero su OLED è a consumo zero — oltre a essere più fedele.

È un caso, dunque, che il nero sia prevalente nella UI delll’Apple Watch? No, secondo Craig Hockenberry:

One of my first impressions of the Apple Watch user interface was that it used a lot of black. This makes the face of the device feel more expansive because you can’t see the edges. But more importantly, those black pixels are saving power and extending the life of the display. It’s rare that engineering and design goals can align so perfectly.

And from what we’ve seen so far of the watch, that black is really really black. We’ve become accustomed to blacks on LCD displays that aren’t really dark: that’s because the crystals that are blocking light let a small amount pass through. Total darkness lets the edgeless illusion work.

Insomma, il display OLED contribuisce sia a eliminare i confini dello schermo (con un nero che è più nero), e a risparmiare batteria. Probabilmente arriverà anche su iPhone: nell’intervista uscita sul New Yorker un mese fa, Jonathan Ive sottolineava quanto trovasse strano che lo schermo dell’iPhone debba accendersi per intero, anche quando non necessario:

He picked up his iPhone 6 and pressed the home button. “The whole of the display comes on,” he said. “That, to me, feels very, very old.” (The iPhone 6 reached stores two weeks later.) He went on to explain that an Apple Watch uses a new display technology whose blacks are blacker than those in an iPhone’s L.E.D. display. This makes it easier to mask the point where, beneath a glass surface, a display ends and its frame begins. An Apple Watch jellyfish swims in deep space, and becomes, Ive said, as much an attribute of the watch as an image. On a current iPhone screen, a jellyfish would be pinned against dark gray, and framed in black, and, Ive said, have “much less magic.”

Qui c’è una lista (curata manualmente) delle applicazioni disponibili sin dal primo giorno; mentre in una nuova pagina del proprio sito Apple ha deciso di promuoverne alcune fra cui (il da me adorato) Citymapper.

Citymapper per Apple Watch fornisce dati sull’orario di partenza e arrivo dei bus, oltre a guidare passo per passo l’utente alla destinazione. Ma soprattutto ripropone proprio quell’idea di notifica fine a se stessa, avvertendo con un tap — per mezzo della taptic engine — quando è il momento di scendere alla propria fermata.

(Un’altra applicazione per cui le mie aspettative sono alte, e che sarà disponibile dal primo giorno: Things)

Un’ultima ipotesi sul prezzo dell’Apple Watch, prima dell’evento di questa sera. Gruber crede che il prezzo dei cinturini di metallo — per esempio il Link Bracelet, che richiede nove ore di lavorazione stando al marketing di Apple — sarà molto diverso fra i vari modelli, e in certi casi infinitamente più alto di quanto ci aspettiamo.

Most people [think] that your choice of band will largely be a matter of taste — that the various bands will be close to each other in terms of price. I know for a fact that many Daring Fireball readers are hoping to buy an entry-level Apple Watch Sport and an optional Link Bracelet or Milanese Loop for maybe $150 or $200. And I also think most people expect the steel Apple Watches that come with the Link Bracelet or Milanese Loop to cost only, say, $150–200 more than the entry level models with the rubber — er, fluoroelastomer — bands. I don’t think this is the case, at all. […] I am now thinking that the various Apple Watch bands will be priced in significantly stratified tiers.

In altre parole, prepariamoci a rimanere scandalizzati non solo dal prezzo dell’Apple Watch Edition, ma anche dei singoli cinturini.