I social network aiutano a diffondere le teorie cospirazioniste
I social network — ottimizzati per mostrarci cose che ci piacciono — stanno contribuendo alla diffusione di cospirazioni e teorie imbecilli. Una volta che un utente si iscrive a un gruppo contro gli OGM, per fare un esempio, finisce in un circolo vizioso in cui gli vengono suggerite e presentate varie notizie e opinioni altrettanto opinabili — come i gruppi anti vaccini, o i vari metodi naturali e “ingiustamente” non riconosciuti per curare una malattia.
Scrive Fast Company:
In his 1962 book, The Image: A Guide to Pseudo-Events in America, former Librarian of Congress Daniel J. Boorstin describes a world where our ability to technologically shape reality is so sophisticated, it overcomes reality itself. “We risk being the first people in history,” he writes, “to have been able to make their illusions so vivid, so persuasive, so ‘realistic’ that they can live in them.” […]
Rather than pulling a user out of the rabbit hole, the recommendation engine pushes them further in. We are long past merely partisan filter bubbles and well into the realm of siloed communities that experience their own reality and operate with their own fact.
Per dimostrare questo effetto, il Wall Street Journal ha creato due differenti versioni del news feed di Facebook: in un caso il news feed raccoglie le notizie che vedono e vengono consigliate ai sostenitori del partito democratico, nell’altro quelle che vengono proposte alle persone che votano i repubblicani.