L’illusione che tutto sia gratuito
What about people outside the bubble, who aren’t as well-informed when it comes to the consequences of using services that exploit our data? The everyday consumer will choose a product based on free and fantastic user experiences. They don’t know about the cost of running, and the data required to sustain, such businesses.
Problema enfatizzato presentando internet come una “cloud”, invece che un insieme di data center e cavi. La maggior parte delle persone si stupirebbe — si stupisce! — nel vedere la materialità di internet.
L’articolo continua sottolineando come gli strumenti che scegliamo influenzino la privacy altrui. Una delle ragioni per cui uso Gmail — invece di investire in Fastmail — è che tanto i miei contatti usano (quasi) tutti Gmail: Google, quindi, ha comunque accesso alle mie conversazioni, che io lo scelga o meno.
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Relativo: Google ha le mie email perché ha le tue.
Roberto (April 8, 2015)
Credo che la privacy sia molto importante e che la maggior parte delle persone non ne tenga conto nella giusta misura.
Ad esempio, Mark Zuckerberg, ha fatto firmare un accordo di riservatezza ad ogni persona che ha lavorato o che ha fornito materiali per la sua nuova casa (fonte Digitalia 277 – http://seigradi.corriere.it/2015/04/05/la-nuova-ossessione-della-silicon-valley-e-gli-accordi-di-riservatezza/): da una persona che ha un concetto della NOSTRA privacy molto sportivo, ci si aspetterebbe una casa di vetro.
Google ha basato la sua forza sulla raccolta di dati e si continua a scambiare il valore dei propri dati con servizi gratuiti. Google ha accesso alle nostre conversazioni perché tutti pensiamo che non si possa fare diversamente, come nell’esempio che hai citato. Ma non penso che sia questo l’esempio da seguire. Preferisco rimanere sulla scia dell’articolo di Riccardo Mori “Google Detoxing” (http://morrick.me/archives/6616) iniziando dal motore di ricerca e concludendo con la cancellazione del mio account GMail: Google ora ha due utenti in meno da tracciare di sicuro! 🙂
kOoLiNuS (April 21, 2015)
Quando a suo tempo lessi l’articolo di Benjamin Mako Hill, cui Filippo fa menzione in calce al post, ho deciso di continuare ad usare i servizi di Google, FB e similari.
Quello su cui ho deciso di intervenire sono i contenuti ed i toni di quello che scrivo.
In altri casi ho deciso di boicottare Aziende che ritengo si comportino scorrettamente a livello finanziario (ma sopratutto verso i lavoratori).
Zuckerberg ha ben presente tutto quello che fa, e non mi sarei aspettato niente di diverso da parte sua. Perché dovrebbe avere una casa di vetro?
Forse sta a noi comprendere lo strumento (il social) e le sue regole, e farne un uso più consapevole. E restare sempre attenti. È faticoso, ma più sensato che “cancellarsi” da Google.
Just my 0,02€