Come faremo senza il parere dei troll?

Nella sesta puntata di The Newsroom c’è un semplice dialogo, ma esplicativo, sull’anonimato nei commenti online:

Will: Ecco cosa vorrei. Vuoi discutere?, bene.  Allora voglio sapere come ti chiami, quanti anni hai e che lavoro fai. E cosa hai studiato.
Mackenzie: Oddio.
Neal: Il senso di internet è che è uno strumento populista.
Will: Anche i populisti hanno dei nomi. William Jennings Bryan, Will Rogers, io. A meno che tu non sia Gola Profonda, o in un programma di protezione di testimoni, l’anonimato è da codardi. Sei nel branco, spari dai posti comodi.

[Will chiede di chiudere i commenti agli anonimi]

Neal: Possiamo farlo, se vuoi.
Will: Voglio.
Mackenzie: Il risultato non sarà che nessuno commenterà più sul nostro sito?
Will: Primo: oh, no. Come faremo senza il parere di “SurrendrDorothee”? E secondo, il risultato sarà che il nostro sito renderà dei ghetti tutti gli altri siti. Il risultato sarà la civiltà nel dibattito pubblico. E un trionfo di populismo.

Alcuni mi hanno domandato perché sono spariti i commenti da Bicycle Mind, il dialogo ne spiega bene la ragione. Chi è in disaccordo con quanto scrivo può farmelo sapere su twitter o rispondere ai miei post dal suo blog — e se esce fuori qualcosa di interessante, un dibattito costruttivo, io segnalerò la sua risposta come linked-post.

In entrambi i casi la sua opinione sarà legata chiaramente a lui, a una persona, ben definita. Non a un nome fittizio. I commenti non sono spariti per sempre, forse un giorno torneranno. Ma saranno impostati diversamente, dovranno riuscire a filtrare le persone interessate a un dibattito da quelle interessate a un flame.

Sono ancora combattuto, sulla decisione, ma se un giorno deciderò di abilitare nuovamente i commenti nel farlo terrò bene a mente la teoria del grande coglione online.