Gli ebook non si pubblicano da soli

In una delle ultime puntate, ovvero la 15, di quel fantastico podcast conosciuto come ‘Brevi accenni‘ avevamo, io e Diego, sostenuto la necessità che gli ebook venissero regalati con l’acquisto di una copia cartacea del libro, in una sorta di bundle che si rivelerebbe vantaggioso sia per il lettore che per la casa editrice. A sostegno di questa tesi ho due punti:

  • Che agli editori interessi soprattutto vendere il cartaceo, e così facendo ne incentivano l’acquisto. Nessuno, che io sappia, una volta acquistato il cartaceo compra anche l’ebook — quindi la ‘cannibalizzazione’ delle possibili vendite sarebbe minima
  • Che quello che io acquisto è un contenuto, non un oggetto, e dunque devo poi poterne usufruire come preferisco. Esattamente come acquistando un CD posso poi importarne le tracce in iTunes, o abbonandomi all’edizione cartacea del New York Times ho accesso gratuito a quella online, quando acquisto un libro dovrei poterlo leggere dove voglio

Bravo, ma gli ebook non si creano da soli: è questa l’obiezione principale. Gli ebook hanno un costo, l’editore non può permettersi di regalarli. Sul New Yorker Ken Auletta spiega che il costo di produzione di un ebook rispetto a un cartaceo è infatti inferiore solo del 20%: si perdono le spese relative alla carta, di spedizione e stampa, e quelle dei libri invenduti ma ce ne sono di nuove, come la digitalizzazione dei vecchi libri e la manutenzione dei server, oltre i vecchi costi che permangono, come gli stipendi degli editor e dei traduttori.

La mia idea è che i lettori sono menefreghisti e, per questo, poco interessati a questi dettagli. Non è raccontando loro quanto costa la produzione di un libro che gli editori li convinceranno a pagare sia il cartaceo che l’ebook, o a tenere alti i prezzi di quest’ultimo. Come diceva Jeff Bezos in una recente intervista, l’editore deve adattarsi per sopravvivere. Lamentarsi non servirà a nulla.

Sono invece meno propenso a dare ragione a Jeff Bezos quando afferma che l’editoria, intesa come intermediario fra scrittore e lettore[1. Come se anche Amazon, a sua volta, non fosse un middle man], è finita perché troppo dispendiosa, in risorse. L’articolo di Ken Auletta è interessante proprio nel punto in cui spiega come l’editoria tradizionale, in realtà, svolga dei ruoli fondamentali e aiuti i libri più di quanto non si creda:

Il modello tradizionale ha dei vantaggi per gli autori, soprattutto nella funzione dell’editore come finanziatore. Quando un autore vende una proposta a un editore, riceve un anticipo sulle royalties, anticipo che gli permette di fare ricerca e scrivere il libro. Gran parte di questo anticipo non tornerà mai indietro. Ma i libri che vendono bene supportano quelli che vendono male. In un buon anno, questo permette all’editore di guadagnare una cifra modesta e permette a nuovi autori di arrischiare dei nuovi progetti. In un mondo più efficiente gli editori pagano gli autori dei best-seller e raramente pagano gli altri, in una prospettiva allarmante per i lettori e gli scrittori.

Signor Smith (July 10, 2012)

Io crdo che la percentuale di risparmio possa essere più alta del 20%… ma, comunque, non mi pare corretto inserire tra i costi di produzione di un libro “X” la digitalizzazione anche dei libri “Y” e “Z”.

Emanuele (July 15, 2012)

Io credo come il sig. Smith Che tra I costi la digitalizzazione non sia un vero costo, attualmente Ed in futuro! Motivo: attalmente molto Di questo processo viene affidato a stagisti o cocopro con contratti spesso iniqui o addirittura gratuiti, con la promessa di futuro lavoro…
In futuro, perchè mercato cosí orientato spingerà all’uso Di formati più compatibili o direttamente utilizabili nel mercato ebook!