pointerIl popolo delle città

Michele Serra si scaglia contro una delle espressioni più odiose e senza senso, “il popolo del web” per indicare genericamente e inefficacemente un’iniziativa nata in rete. Come se le persone e gli utenti di internet fossero due entità separate:

“Il popolo del web”, inteso come un tutt’uno pensante e giudicante, non esiste. […] “Il popolo del web” è una di quelle comodissime scorciatoie mediatiche che dicono tutto e niente: sarebbe come attribuire una qualunque campagna di stampa di qualche successo al “popolo dei giornali”, anziché a questa o a quella testata o gruppo editoriale. Si potrebbe dunque fare un piccolo sforzo e rimpiazzare quella assurda dicitura, “popolo del web”, con formulazioni più attinenti. Tipo: qualcuno sul web; alcune persone sul web; Tizio e Caio sul web. Il massimo sarebbe: ognuno con nome e cognome.

Internet è un modo per condividere le proprie idee. Non è il “popolo del web” a supportare un’idea: sono le persone, le stesse che si incontrano per strada, che usano il web per esprimersi.

Carolus (June 3, 2012)

Sono le classiche locuzioni giornalistiche come “i giovani”, “le partite iva”, “il popolo di… (inserire social network preferito), quest’ultimo è un sottoinsieme del “popolo della rete”, “il popolo del… (aggiungere partito). Servono a sintetizzare e a semplificare, meglio, a banalizzare dei fenomeni che non si comprendono del tutto.

cyberia (June 4, 2012)

“il popolo di Facebook si mobilita” e’ una delle mie … “preferite”

andrea (June 7, 2012)

un’analisi intelligente di una delle peggiori conseguenze della digitalizzazione: tutti ne sanno più degli altri, tutti sono più dottori/avvocati/ingegneri/psicologi di te che magari hai studiato una vita. E perchè? semplice, loro hanno un blog e tu no quindi sei vecchio e non capisci un cazzo. Ormai se uno pubblica qualcosa e gli fai notare che è una cazzata e bastava verificare su google passi per complottista al servizio delle multinazionali malefiche. Questo ormai è la rete, anzi LA RETE.