Notizie che non avevano nessuna probabilità di esserlo
Il Sole 24 ORE riportava ieri l’improbabile notizia di un’acquisizione di Starbucks da parte di Apple. Si tratta di un falso, ovviamente, come chiunque avrebbe sospettato apprendendola, un falso inventato da The Apple Lounge in occasione del 1 Aprile. Un falso che non è tuttavia stato presentato come tale, sia da blog che, persino, da quotidiani che dovrebbero avere un livello leggermente superiore di autorevolezza.
L’episodio insegna tre cose. La prima è che non solo il Sole 24 ORE ha riportato una notizia falsa, ma non ha nemmeno specificato la fonte da cui proviene tale notizia come sovente avviene qua da noi.
La seconda: i quotidiani italiani generalmente affrontano le notizie tecnologiche con questo livello di qualità. Spesso i rumors vengono trattati e presentati come dati di fatto, gli articoli sono scritti con molta superficialità. Se questo è sopportabile su un blog non lo è su un quotidiano generico i cui lettori sono meno esperti del settore e saranno disposti a credere e fidarsi di quello che gli viene detto[1. Nel caso specifico di questa notizia: mia madre me l’ha inoltrata per email (dandola ovviamente per veritiera) sapendo di avere sfortunatamente un figlio fissato sia con Apple che con Starbucks.].
In ultimo: in Italia i blog decenti che si occupano di notizie Apple sono pochi, gli altri sono tutti in stile iSpazio. Tante recensioni di applicazioni inutili alternate a rumors. Articoli rubati a blog americani, spesso privi di fonte, spesso scritti senza il più blando fact-checking. Il problema: questi blog funzionano. Ne abbiamo già parlato, sarebbe anche inutile e noioso riprendere il discorso.
Concludo con una citazione rubata a “The Sad State of Italian Apple News“, articolo di Federico Viticci :
The Italian Apple news scene is in a coma. There are too few good guys, and they are easily forgotten because people prefer to get their news from the deathbed of old media. I have seen enough of other countries’ Apple coverage to know that, even with their stupid rumors, at least most outlest do some basic homework. Not so in Italy. We are full of non-credited, misquoted, poorly written articles about Apple.
Kiro (April 3, 2012)
Alla prossima Blogfest ci meneranno 😀
Opilione (April 3, 2012)
Mah… sinceramente – senza rancore – questa tuo articolo generalizza e non fa altro che ripercorrere la strada che tu critichi, senza un minimo di approfondimento e obiettività.
I blog tipo iSpazio o iPhoneitalia o iWhatever sono siti che, dato il volume che raggiungono, possono permettersi probabilmente di dare uno stipendio a chi ci sta dietro. Per forza quindi pubblicano quelle che tu chiami “Tante recensioni di applicazioni inutili alternate a rumors”, visto che è grazie a quelle che si pagano da vivere. Probabilmente se pubblicassero una notizia ogni tre giorni col cavolo che si pagherebbero da vivere.
Tra l’altro a questo punto sarebbe necessaria un digressione sul concetto di “qualità” di un sito, perché per qualcuno forse potrebbe essere più utile conoscere l’esistenza di una qualunque applicazione piuttosto che leggere una citazione sugli sberleffi al Galaxy Note.
Oltretutto la tendenza chiara di critiche come la tua viene di solito da chi con il suo blog e ben lungi da viverci. Come sempre si confonde la passione con il lavoro: non tutte le persone che scrivono online lo fanno per la gloria o per passione, c’è chi lo fa anche o solo per viverci.
Senza poi considerare che il 95% della stampa americana non fa altro che fare quello che fanno i blog italiani, cioè rimbalzare le stesse notizie a destra e sinistra.
Pensa solo a John Gruber, che passa le giornate a riportare notizie altrui aggiungendo due righe di commento. Sai che sforzo.
Sì ogni tanto ci scappa qualche scoop, ma capirai che scoperta… Apple è in California… chissà come mai la stampa specializzata californiana è più avvezza agli scoop di quella italiana (oppure di quella finlandese, o inglese per esempio)… non me lo so davvero spiegare. Quindi su questo sono in totale disaccordo con Viticci e di tutti quelli come lui che pensano che la stampa italiana faccia più schifo di qualunque altra stampa mondiale. Non è vero, in alcuni casi fa schifo allo stesso modo.
Aldilà di questo, sì, ci sono testate che vanno oltre la semplice dicotomia passione/lavoro e che può anche valer la pena biasimare, ma fare di tutta l’erba un fascio fa perte di questa categoria.
Saluti
Lucio Botteri (April 3, 2012)
Bell’articolo, un solo appunto: io l’ho specificato eccome che era un pesce d’aprile. Ho messo come fonte la pagina di wikipedia “Pesce d’aprile”. Non solo i blogger, ma anche i lettori dovrebbero sempre dare un’occhiata alla fonte. Visto? Questa storia ha anche una morale.
(April 3, 2012)
Sarò breve: Il Post è un giornale generalista, ma ha una sezione tecnologica fatta a modo, che non lascia per nulla a desiderare. Questo dimostra che le cose si possono fare bene, anche da noi, anche qua, anche se la Silicon Valley è lontana.
http://www.ilpost.it/c/tecnologia/
Non si tratta di fare di tutta l’erba un fascio: ci sono eccezioni, ma sono di minore importanza. Il Corriere lascia abbastanza desiderare quando si tratta di tecnologia, lo stesso vale per Repubblica.
(ti assicuro che non ci vivi con gli stipendi di ispazio o altre aziende di nanoblogging, che pagano sui due euro a articolo — se ti va bene)
(April 3, 2012)
@Lucio Botteri: “un falso che non è tuttavia stato presentato come tale” mi riferivo a chi l’ha ripreso, non a voi — che siete la fonte originaria e l’avete chiaramente specificato.
BORIS (April 3, 2012)
Da diversi anni seguo i vari Blog (italiani e non) sul mondo Apple e, per avere una visione aggiornata e completa senza dover rimbalzare da un sito all’altro, uso il comodissimo Google Reader. Tra i vari blog seguiti figurano Macity (forse dai più considerato autorevole, nonostante il netto calo di qualità avuto negli ultimi tempi -forse, come suggerisce tale OPILIONE, avranno fatto di necessità virtù), The Apple Lounge, Wired.it (a parità di importanza della testata, sicuramente il più affidabile di tutti), ilPost (per essere aggiornato, in maniera oggettiva, anche su notizie non-apple-related), Melamorsicata, Melablog e, per finire, iSpazio, iPhone Italia (e il loro iPad Italia).-fino ad ora.
E’ da un po’ che ci penso, ma questa sera, leggendo questo articolo linkato tra i commenti di un post di TAL, ho deciso di eliminare dall’elenco di GoogleReader gli inattendibili iSpazio e iPhone/iPad Italia e valutare l’estromissione di eventuali altri blog pressappochisti come loro.
Sono certo che la qualità di poche notizie (ma buone), possa sicuramente prevaricare l’ansia da prestazione da cui troppo spesso alcuni blog si lasciano prendere e, senza batter ciglio, pubblicano notizie degne della peggiore rivista di gossip dalla traduzione facile.
Sono convinto, poi, che ragionamenti sulla falsa riga di quelli che fa il caro OPILIONE (non importa se le notizie riportate siano utili/attendibili, l’importante è che facciano “audience-profitto”) non stiano in piedi e siano la causa principale della disinformazione oggi. (Basti pensare al pesce d’aprile a cui hanno abboccato alcune delle principali testate giornalistiche online).
Senza considerare la sintassi di alcune frasi e la professionalità dei titoli di alcune guide:
“cambiamo il nome dell’iphone”; “rendiamo le icone delle nostre applicazioni invisibili” “andiamo in pace”. Ma per favore.. E’ bene tenere a mente che, quando si parla di informazione, il rapporto qualità/quantità goda di proporzionalità inversa.
p.s. nel contempo, Mac Blog si è guadagnato un posto tra gli RSS del mio GoogleReader (e quindi di Pulse su iPad).
Marco (April 4, 2012)
Pensate che euronics tempo fa sosteneva che a gennaio sarebbo uscito l’iphone 5..cioè…2 mesi dopo il 4s. Euronics. Bha
Opilione (April 4, 2012)
@Filippo
Sul fatto che ilPost abbia una sezione di qualità avrei da ridire: Notizie come “L’inchiesta sui fornitori di Apple” o “RIM è in guai grossi” o “L’inchiesta sui prezzi degli ebook” (per citarne alcune online ora) non sono altro che dei copia/traduci/incolla di notizie già apparse sulla stampa USA.
Personalmente l’unica stampa che reputo davvero di qualità è quella “sul campo”, che realizza inchieste, scova scoop di una certa esclusività o approfondimenti specifici. Anche in USA sono pochi a fare questo tipo di giornalismo (NYT, WSJ) perché è necessaria una redazione che si prenda la briga di pagarti un viaggio per fare magari un’intervista dall’altra parte della nazione.
Repubblica e Corriere potrebbero fare queste attività ma, per ragioni culturali da noi la stampa tradizionale ha sempre snobbato le notizie tecnologiche e quindi non sono assolutamente un punto di riferimento.
IlPost, come molti altri, fa giornalismo da scrivania, riportando notizie altrui. Magari lo fa formalmente meglio, ma quello che leggo su IlPost lo leggo anche altrove.
Riguardo ad iSpazio non mi riferivo ai poveracci che scrivono per due lire, ma chi sta dietro al sito (e che comunque i poveracci li deve pagare in qualche modo) e decide la linea editoriale.
In passato ho collaborato con alcune di queste realtà e mi sono reso conto di quanti soldi entrano, fra programmi di affiliazione, Adsense e così via. Ed entrano proprio perché si scrivono 20 notizie al giorno, non perché ne scrivi una di qualità.
Secondo me la rete ti dà ad un certo punto l’occasione di scegliere cosa fare: c’è chi decide di puntare sulla quantità a discapito della qualità per il profitto, e nasce così iSpazio & Co, che può essere considerata un’azienda a tutti gli effetti; c’è e chi invece resta nella sua nicchia, perché non può o non vuole, come ad esempio Tevac che è passato da essere un punto di riferimento nel panorama Mac ad un bloggettino di poco e blando rilievo.
Alla fine penso che la maggior parte delle persone che navigano siano convinti che scrivere su Internet sia un gioco o un piacere; in realtà in molti casi si tratta semplicemente di business e sono quelle del business le logiche sottostanti.