pointerL’editoria ridotta a un tasto

Interessante intervista a Clay Shirky sul blog di findings.com, da leggere:

L’editoria non sta evolvendo. L’editoria sta sparendo. Perché la parola “pubblicare” indica un insieme di professionisti che si occupa dell’incredibile fatica, complessità e costo di rendere qualcosa pubblico. Questo però non è più un lavoro. È un bottone. C’è un bottone che dice “pubblica” e quando lo schiacci, è fatta.

Quello di cui abbiamo bisogno — aggiunge Shirky — è editing, fact-checking e designer: queste sono alcune delle figure che potranno ruotare attorno al ruolo dello scrittore. Ma la pubblicazione? No, dice Shirky: non richiede alcune abilità.

Ivo Silvestro (April 14, 2012)

Già, perché WordPress, che pubblica i post di molti blog, è robetta che scrive in php un sedicenne un sabato sera che gli amici gli danno buca; le app per iOS e Android, invece, le può sviluppare chiunque, senza particolari sforzi. Idem per lo sviluppo di un buon sito Internet: roba che non richiede abilità.
Bah.

Marco L. (April 14, 2012)

@Ivo Silvestro, penso che Shirky stia criticando, e neanche troppo velatamente, il processo che porta a pubblicare una notizia, più che la tecnologia che sta alla base dello stesso.
Insomma, la sua visione è che tutti possiamo aprirci un blog e pubblicare, appunto con un tasto, delle notizie tendenziose, superficiali o del tutto inventate.

urlo (April 14, 2012)

@Marco L. questa si chiama democrazia, ogni persona può esprimere i propri pensieri, anche se sono merdate di 3a mano!

Ivo Silvestro (April 15, 2012)

È vero che nel mercato dell’editoria ci sono economia di scala che rendono molto più economica, al limite quasi gratuita, la pubblicazione; ed è temo sia altrettanto vero che questo abbassamento dei costi per la pubblicazione non abbia liberato risorse per l’editing, il fact-cheking (che secondo me dovrebbe far parte dell’editing) eccetera, ma la contrario le ha ridotte.
Parlare di scomparsa dell’editoria, però, mi sembra impostare il discorso in termini sbagliati, almeno per come è riassunto qui e per come mi è parso leggendo velocemente il post originale.

Fulvio (April 15, 2012)

Forse l’articolo si riferiva a professionisti che, col ridursi della carta stampata, diventeranno obsoleti o quantomeno si ridurranno di numero: serviranno più informatici per far girare piattaforme come wp o le app e meno addetti alle rotative. Mentre altre professioni si dovranno aggiornare, chi oggi cura il layout dei giornali domani curerà quello dei siti web.

Marco L. (April 15, 2012)

@Fulvio, esatto anche io lo interpreto in questo modo, sostanzialmente la paura di perdere il proprio lavoro per via dell’evoluzione dei media cartacei.

Ivo Silvestro (April 15, 2012)

Quei professionisti sono già drasticamente ridotti, e da un po’ di anni: un quotidiano di media diffusione occupava, in tipografia, una quarantina di persone; oggi ne bastano mezza dozzina o poco più…