Gli insegnamenti di Steve Jobs
Sette pagine di Walter Isaacson sull’Harvard Business Review, spiegano i principali insegnamenti lasciati da Steve Jobs:
“Da ragazzo ho sempre pensato a me come un umanista, ma a cui piaceva l’elettronica”, mi ha detto Jobs il giorno in cui ha deciso di collaborare sulla biografia. “Poi ho letto qualcosa su uno dei miei eroi, Edwin Land di Polaroid, che parlava dell’importanza delle persone che sanno stare all’intersezione fra discipline umanistiche e scienza, e ho deciso che quello era ciò che volevo fare”. Era come se stesse descrivendo il tema della sua vita, e più lo approfondivo più mi rendevo conto che era, infatti, l’essenza del suo racconto.
Ha collegato le scienze umanistiche alle scienze, la creatività alla tecnologia, le arti all’ingegneria. C’erano tecnologi migliori (Wozniak, Gates) e certamente migliori designer e artisti. Ma nessuno nella nostra epoca poteva collegare meglio fra loro poesia e processori in un modo che ha scosso l’innovazione. In quasi tutte le presentazioni di un prodotto dell’ultima decade, Jobs concludeva con una diapositiva che mostrava un cartello all’intersezione di “Arti liberali e Tecnologia”.
La creatività che può nascere quando esiste un interesse sia per le discipline umanistiche che per le scienze in una personalità forte è stato ciò che più mi aveva interessato nelle mie biografie di Franklin e Einstein, e sono convinto che sarà la chiave con cui costruire economie innovative nel 21esimo secolo.
Paolo (March 25, 2012)
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