Della maggior importanza dell’interfaccia grafica rispetto alle funzioni

Flud è una nuova applicazione lanciata sei giorni fa che sta riscontrando un discreto successo. Ed è l’ennesima applicazione per gestire il flusso di news quotidiano. Flud entra in competizione con molte altre, alcune delle quali affermate ed amate, come Flipboard e Pulse. L’idea di fondo è la stessa, la realizzazione simile: sono software che si giocano gli stessi utenti e se li rubano a vicenda puntando tutto su un’interfaccia grafica quanto più attraente possibile.

Io la sto provando da due giorni e ancora non so farmi un’opinione ben decisa a riguardo. Su iPhone la trovo utile e piacevole nell’uso, su iPad invece ne preferisco altre come le due precedentemente citate. Dalla sua ha, manco a dirlo, una grafica decisamente curata, un’interfaccia bella e confortevole attraverso la quale restare aggiornati, di contro ha che la versione per iPad ricorda troppo Pulse e manca dunque di originalità. A suo favore, inoltre, il fatto di essere gratuita (ma forse solo momentaneamente).

Se c’è una cosa che occorre ben capire per apprezzare Flud è che non bisogna metterci all’interno troppe fonti, ma poche. Non è un’applicazione per leggere i blog: per quelli l’ideale è Google Reader integrato con qualche applicazione specifica la migliore delle quali è, come ho più volte ricordato in passato, Reeder. Su Flud invece è meglio inserire gli RSS di un quotidiano o di un settimanale, in altre parole utilizzarla per pochi ma selezionati feed.

Flud non è nulla di rivoluzionario quindi. Fa cose che già altre applicazioni facevano. Le fa bene, ma già altre applicazioni le facevano bene. Alla fine, se scegliere Flud, Flipboard o Pulse dipende da voi e dal vostro “gusto” perché la scelta va fatta, essendo tutte molto simili, solamente sulla base dell’interfaccia che preferirete utilizzare, di quella con cui vi sentirete più a vostro agio, dunque con un punto di vista “estetico”.

Molte applicazioni per iPad diventano popolari e diffuse non tanto per i compiti che svolgono, molto spesso banali e già svolti da molte altre applicazioni, ma per il modo in cui li svolgono, per il piacere che quasi danno quando le si utilizza, piacere che deriva dalla cura nei dettagli “estetici” che i loro creatori hanno posto nel momento della loro realizzazione. E’ il caso di Writer: è un text editor, nulla più. Nulla di astruso, nulla di particolarmente complesso. Ma è fatto bene, così bene che vien voglia di aprirlo anche quando non serve. Ed è appunto per la sua interfaccia grafica, non per le sue funzioni, che è tanto apprezzato.